Fitoterapia
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Fitoterapia
Il termine “fitoterapia” deriva dal greco phyton (pianta) e therapeia (cura) e rappresenta in assoluto la prima pratica terapeutica umana, comune a tutte le culture sin dalla preistoria, che prevede l’utilizzo di piante o estratti per il mantenimento od il ripristino dello stato di salute. Se ne rinvengono articolate tracce, difatti, in civiltà antichissime come quella degli egizi, degli indù, dei greci, dei cinesi, dei romani. Essa nasce con l’uomo che, per difendere il suo bene più prezioso, ha l’umiltà e la saggezza di rivolgersi alla “Vis Medicatrix Naturae” (la forza auto curativa insita nella natura).
La Fitoterapia moderna ne è l’evoluzione, ed è lo studio e l’applicazione su basi scientifiche delle proprietà medicamentose (nel trattamento e prevenzione) e salutistiche (per preservare lo stato di salute) degli estratti naturali d’origine vegetale.
Va però ricordato che i sistemi terapeutici umani più antichi e basati su di una acuta osservazione ed empirismo nutrono ed informano i più sofisticati e moderni approcci, in una osmosi ed un dialogo che è e deve restare vivo e fecondo. E’ il caso della medicina popolare e della etnomedicina, che si servono di queste sostanze da tempi immemorabili, dal cui serbatoio la moderna ricerca fito-farmacologica ancora attinge a piene mani spunti e spesso trova conferme moderne ad antiche conoscenze.
Eppure la fitoterapia è spesso a torto considerata una medicina alternativa, anche se alcuni fitoderivati sono riconosciuti e utilizzati anche dalla medicina scientifica tradizionale. Molti farmaci sono anzi versioni sintetiche degli estratti vegetali, cioè contengono principi attivi che sono derivati da un componente vegetale.
Porta dunque una parentela piuttosto stretta con la moderna farmacologia, e si presta più di altri approcci ad essere studiata anche con i mezzi e modelli teorici ad essa applicabili.
Con l’avvento della chimica e dei primi farmaci di sintesi, la fitoterapia era stata progressivamente accantonata dalla scienza medica moderna, ma poi è stata ampiamente riscoperta negli ultimi decenni, sia come metodo utile per affiancare quello tradizionale, sia come metodica di maggior maneggevolezza e con meno problemi dal punto di vista delle controindicazioni e degli effetti collaterali in una vasta serie di condizioni.
Il principio attivo vegetale come Fitocomplesso
I farmaci fitoterapici contengono principi attivi derivati esclusivamente dalle piante o da associazione di piante.
La moderna comprensione della fitoterapia si basa sul concetto di “attività terapeutica globale della pianta” secondo cui nessun costituente della pianta può considerarsi “attivo” o “inerte”. La pianta medicinale si comporta come un organismo unitario nel quale ogni componente ha un propria ragione d’essere nell’economia fisiologica della pianta stessa, ed in essa esercita una determinata funzione.
Di conseguenza tutti le sostanze contenute nella pianta, sia quelle con attività farmacologica che quelle che ne sono prive ma che possono modificare l’assorbimento dei prime, concorrono a determinare l’attività terapeutica globale della pianta medicinale.
La raccolta e l’estrazione
Le sostanze vegetali usate nella fitoterapia sono moltissime e tutte completamente naturali; esse vengono raccolte nel loro periodo di maggiore efficacia, addirittura spesso ad un orario particolare (il tempo balsamico) e poi trattate in modo da rendere stabili e/o esaltarne le proprietà curative.
Standardizzazione e titolazione (quando possibile, utile e necessario) sono tra i criteri di qualità fondamentali da preferire nella scelta di un prodotto fitoterapico. Un prodotto fitoterapico di qualità farmaceutica deve essere sottoposto al processo di standardizzazione. Il termine standardizzare significa “rendere uniforme”. Quindi affermare che un prodotto fitoterapico è standardizzato significa garantire che il contenuto di principio attivo è costante in ogni lotto di produzione e corrisponde esattamente ad un valore dichiarato. Un estratto standardizzato offre l’indispensabile vantaggio di assicurare la costanza e la riproducibilità dell’effetto terapeutico del prodotto (cosa che non accade, per esempio con l’impiego delle semplici tisane). Alcuni fitoterapici sono anche titolati. Il titolo della droga vegetale indica cioè il tipo e la quantità di principio attivo presente. La titolazione consente di valutare con precisione non solo la presenza ma anche la quantità di una o più componenti del fitocomplesso ritenuti più importanti ai fini terapeutici.
Fitoterapia “fai da te”?
Chiunque decida di servirsene, deve comunque tenere in considerazione il fatto che “naturale” non è sinonimo di “innocuo”! Vanno tenute in questo caso in conto cautele per i potenziali rischi di iperdosaggio, di particolari controindicazioni e delle interazioni tra fitoterapici e con i medicamenti di sintesi (farmaci convenzionalmente utilizzati). Ecco perché è davvero bene rivolgersi sempre ad un esperto in grado di valutare accuratamente questi aspetti prima di utilizzarli.
E-commerce, qualità, sicurezza & efficacia
In linea con il rapido avanzare dei tempi si è anche diffusa la consuetudine di acquistare medicamenti, integratori e fitoterapici tramite internet, a prezzi apparentemente concorrenziali. Solleviamo solo incidentalmente il tema della sicurezza e dell’efficacia di un fitomedicamento: esse sono indissolubilmente legate al problema della sua purezza e della esatta identità botanica e chimica. Vale forse la pena considerare che ciò che viene acquistato in farmacia è garantito da precise normative in questo senso, oltre che da continui controlli. Non è infatti infrequente il riscontro, in test commissionati su prodotti acquistati sulla rete, di adulterazione, inappropriata formulazione o aggiunta fraudolenta di ingredienti anche tossici di sintesi.
I prodotti venduti in farmacia, tutti qualitativamente idonei, devono superare controlli in tutte le fasi della filiera produttiva, dalla coltivazione, estrazione, fino al prodotto finito, i cui ingredienti devono essere integralmente tracciabili e garantire qualità e stabilità nel tempo di ogni estratto e del medicamento finito. L’assenza di contaminanti è rigidamente regolamentata e verificata con severi controlli sui limiti di presenza nelle piante medicinali: carica batterica (assenza di microrganismi patogeni quali micro batteri e salmonella), aflatossine (più presenti nelle colture biologiche), metalli pesanti (esistono precise indicazioni riguardanti piombo, cadmio e mercurio, ecc.), radioattività e pesticidi
Come si usano i fitoterapici
I prodotti fitoterapici sono disponibili in capsule o compresse che ne semplificano l’uso, o sotto forma di tintura: una miscela di alcol e acqua, in cui la pianta è stata immersa per un certo periodo. Questo tipo di fito-estratto presenta il vantaggio, rispetto ad una tisana tradizionale, di contenere una concentrazione di principi attivi maggiore e standardizzata; sarà dunque più facile trovare un dosaggio preciso e ottenere un effetto terapeutico ripetibile.
Le tinture si assumono con un adeguato volume di acqua.
Gli estratti secchi si assumono secondo dosaggi precisi e diversi in funzione del fitocomplesso.
La dose usuale può variare notevolmente in funzione del fitoterapico, delle condizioni di salute, dell’età, in funzione di uno stato acuto o cronico, ecc.